martedì 17 novembre 2009

Gianluca Milano

In riferimento al brano "Il mondo come volontà e rappresentazione " di A. Shopenhauer significativa risulta a mio parere la metafora dell'orologio. Tutti gli esseri umani vengono paragonati a degli orologi che vengono caricati e funzionano senza essere consapevoli del perché. La vita umana diventa quindi un ciclo che si ripete costantemente con "variazioni insignificanti" e il tutto è sospinto solamente da un impulso inconscio, unico ed eterno: la cosiddetta "volontà di vivere".
La visione pessimistica dell'uomo descritto come una semplice "traccia della volontà sul foglio infinito dello spazio e del tempo" non lascia spazio ad un Dio. L'unica forza regolatrice del genere umano è quindi la cosiddetta "volontà di vivere" che spinge l'uomo a riprodursi e a far sopravvivere il genere umano.
Dopo queste riflessioni la nostra vita perde completamente il senso della propria esistenza. Questa visione nega infatti la libertà di ogni essere umano che inconsciamente è limitato nel suo agire da questa forza contro la quale esso non può opporsi in nessun modo.
Shopenhauer mette in luce una riflessione che ritengo che ogni uomo ,coscientemente o inconsciamente, non può fare a meno. Il senso che attribuiamo alla nostra vita non essendo chiaro, ben definito e unico per tutto il genere umano lascia spazio al dubbio che il senso vero della nostra esistenza sia diverso da quello che noi stessi ci siamo stabiliti. Questi dubbi, che pervadono necessariamente tutti coloro che provano a dare un senso alla propria vita, portano anche gli uomini più ottimisti a pensare che esso non esista.. Ritengo che ogni essere umano consapevole di tutto ciò cerchi di ingannare se stesso attribuendo alla propria vita scopi legati a beni materiali o ad un dio che diventa, nella maggior parte dei casi, non una convinzione del nostro spirito ma bensì una semplice illusione, necessaria per giustificare e dare un senso alla propria esistenza. Diventa quindi un dio che, grazie all'illusione della sua esistenza, pone grandi speranze negli animi umani. Senza questi inganni e illusioni che fanno ormai parte dell'animo umano l'uomo non riuscirebbe a compiere nemmeno la più inutile delle sue azioni, tutto perderebbe il proprio senso. Illusioni e inganni diventano quindi i pilastri fondanti dell'intera società.
La vista di un cadavere, come afferma Shopenhauer, ci fa tornare alla mente la nostra vita che è basata su queste illusioni e quindi insignificante. Si comprende che quindi è solamente una manifestazione provvisoria della natura, un breve sogno dell'infinito spirito naturale. Davanti a queste scene di dolori e strazi l'uomo cerca di distogliere immediatamente il proprio pensiero. Pensare alla morte infatti è una delle azioni che maggiormente lo affligge e lo rattrista. L'unico modo per vivere sereni la nostra esistenza è quello di autoingannarsi e non pensare alla propria condizione. Nascono da ciò tutti i divertimenti del genere umano che, anche se non possono distoglierlo dal dolore, lo alleviano momentaneamente.
La nostra vita diventa ogni giorno di più una ricerca di divertimenti e di distrazioni che rendono l'uomo un buffo attore di una commedia che, in realtà, è una vera e propria tragedia di cui si conosce già il finale, la morte. Non resta che prendere consapevolezza di tutto ciò e una volta compreso che un senso alla propria vita non esiste ci si pente di aver riflettuto su ciò, ritenendo che se non si fosse pensato al senso della propria vita l'esistenza sarebbe più serena. Non riflettere su tutto questo lascerebbe gli uomini ad agire solamente con il proprio istinto e ad essere un vero e proprio animale. Ma l'uomo, come tale, grazie alla ragione e spinto dalla curiosità non può non riflettere su tutto ciò e, riflettendo, peggiorare il suo dolore.

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