martedì 17 novembre 2009

Simone Rinaldi

"Gli uomini somigliano a orologi,che vengono caricati e camminano, senza sapere il perchè"; così scriveva Schopenhauer e così scriverei anch'io.
La vita è paragonabile a qualsiasi oggetto che ci indichi il trascorrere del tempo; e l'orologio è perfetto come immagine della nostra f(x) che scorre all'infinito su di un piano. Nasciamo e le lancette partono, tic-tac tic-tac, è iniziato il nostro lungo cammino verso la morte; qualsiasi cosa faremo, quell'orologio non si potrà più fermare, non si potrà rompere, sarà incorruttibile, non ci aspetterà, dovremo essere abili, tic-tac tic-tac. Abili? Si, dobbiamo acquisire l'abilità a vivere, perché vivere comporta molto di più del semplice fatto di respirare, vivere significa imparare a sfruttare ogni singolo momento, a trasformare il minuto ìn sessanta inestimabili secondi di vita, per costruire qualcosa che vada oltre ìl tempo e il decadere imposto a tutte le cose dal divenire continuo di questo mondo inarrestabile.
Credo che i sentimenti o comunque la parte più emotiva del nostro essere siano le uniche cose in grado di perseguire lo scopo comune a tutti gli esseri che come già detto è vivere. Alcuni pensano che si viva per morire, io credo che si debba morire per poter vivere.
Schopenhauer; per lui la vita era un immenso dolore fatto di desideri inappagati, di speranze calpestate dal destino, di errori funesti ecc. e il tutto veniva a concludersi con un'amara morte. La tragicommedia della nostra esistenza era tutta qua. Bella prospettiva? No, direi di no. La vita, la vita ... ma in fin dei conti allora cos'è? Perché questo nostro arrampicarsi a mani nude su dei chiodi per poi morire prima di arrivare in vetta? E' mio pensiero credere nella superiorità della mente sul corpo e sugli impulsi naturali e della volontà di vivere; Con la mente si può viaggiare lontano dalle sofferenze, dai dolori, dalla morte. La mente è un mezzo di fuga dal reale che ci porta nell'ideale. Questo ideale è un'illusione della vita, ma in fondo cosa importa? L'importante è vivere, anche a costo di aggiungere un po' di irrazionale alla razionalità di ogni giorno; l'irrazionalità è l'antidolorifico della vita. Ma allora vivere è tutto tempo perso? Ebbene no.Dopo la morte, si passa dal mondo reale e razionale, a un'altra dimensione che coincide con l'irrazionalità e tutto quanto di irrazionale avremo creato nella vita terrena, ce lo porteremo con noi per dar un contributo all'infinità della realtà in sé stessa. Ci rendiamo dunque conto che la vita non è altro che un istante dell'eternità, un punto in un piano. Tutto ciò che siamo è destinato ad annullarsi dentro quello che è il noumeno schopenhaueriano. Capiamo che davvero siamo solo uno strumento della natura per perpetuare la specie tramite l'indomabile volontà di esistere. Ma in questo panorama di pessimismo cosmico dovrà pur esserci una ragione di vita! Sì, dobbiamo semplicemente pensare che tutto ciò che facciamo ha un senso e un perché anche se ci sarà spiegato solo dopo morte. Questo concetto è riassumibile in una frase: "Ogni cosa che facciamo è una goccia nell'oceano, ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe. "

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