martedì 17 novembre 2009

Stefano Pirone

Ebbene sì, siamo uomini somiglianti a orologi, veniamo caricati e utilizzati dalla stessa specie per poi essere "buttati via" una volta scarichi tramite la morte.
Dopo tutto a chiunque è capitato di temere la settimana lavorativa che deve iniziare o temere un compito in classe che appare impossibile. Ma nella vita sono tutte piccolezze che riempiono e fanno passare il nostro tempo. Se non fossimo mai affannati, se non facessimo niente di difficile la vita non sarebbe più vita. Non ci sarebbe più la soddisfazione di aver fatto qualcosa in cui credevi; ma per fare questo bisogna soffrire recitando in questa commedia che è portata avanti da noi stessi, i suoi burattini.
L'importanza di queste azioni non fa la differenza, infatti anche il lavoro del presidente ad esempio è una piccolezza della vita. Tutta la storia non è altro che una serie di eventi e azioni che si sono ripetute e che si ripeteranno semplicemente in altre forme e modi. È come se guardassimo un film che dura migliaia d'anni ma che non arriva mai a una conclusione; una tragedia che non porta a nulla, tutta la sofferenza che l'uomo prova e fa provare ad altri non porta a nulla.Una sofferenza che viene alleviata da quei pochi attimi di pace che si riescono a trovare durante la giornata. Ma allora che senso hanno le meraviglie del mondo che in numero sono molto inferiori alle sofferenze nel mondo? Che senso ha tutto questo? Suicidarsi non servirebbe a nulla perché non cambierebbe e non migliorerebbe le cose. Per vivere bene non bisogna pensare alle sofferenze che si proveranno e che si continueranno a provare ma godendoci ogni attimo di piacere. In questo modo saremo meno affannati dai desideri dai dolori e saremo più tranquilli. È vero che viviamo in un mondo in cui siamo sempre di fretta per il lavoro o per lo studio e nel quale il tempo sembra sfuggire come se niente fosse. Ma il tempo non sfugge affatto e la vita non è breve e dolorosa.
Noi la rendiamo breve pensando al futuro, e facendo così sarà breve e intensa, ma carica di sofferenze.
È vero, prima o poi tutti muoriamo, ma è semplicemente un processo naturale che permette di lasciare il posto alle generazioni future. Allora tutta la vita è un semplice processo naturale. Per dare un senso a questo processo razionale bisogna vivere attraverso delle illusioni come l'amore, che non è altro che un processo biologico.
Ma è sbagliato illudersi e pensare che la vita non è poi brutta come sembra? No, le illusioni sono il bello della vita, se non ci fossero potremmo davvero suicidarsi perché tutto ciò che facciamo non avrebbe alcun senso. Siamo anche consapevoli che dobbiamo contribuire alla continuazione della specie, cosa che per gli animali è spontaneo. E questo dovere possiamo svolgerlo come no ma comunque abbiamo la capacità, a differenza degli animali, di rendere la vita più bella tramite queste illusioni. È vero che la vita è piena di dolori ma ha anche i suoi lati positivi. Se poi la si guarda da un punto di vista "pessimistico" anche un evento piacevole viene svalutato dalla razionalità di tutto rendendolo un evento uguale ad un altro.
É vero che due persone innamorate è come se fossero illuse, però proprio questa capacità che abbiamo ci permette di goderci gli eventi della vita, non pensando alla loro insensatezza. Pensando che la nostra vita è una sofferenza aggiungiamo un'ulteriore sofferenza, la consapevolezza che tutto è un meccanismo incontrollabile.
Noi dobbiamo essere indifferenti a questa consapevolezza e goderci la vita a fondo, considerando le sofferenze come momenti che prima o poi saranno ripagati con piaceri. Fatichiamo, studiamo, ci stressiamo per un lavoro o per la scuola ma sappiamo che avremo sempre una ricompensa, pur sapendo che quest'ultima che ci fa star bene è il fine per cui soffriamo.

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